Facciamo due conti: l’Homo Sapiens Sapiens è comparso sulla terra circa 200.000 anni fa ed è uscito dalla preistoria “solo” da 5.000 anni. Quindi la fase “civilizzata” della vicenda della nostra specie copre solo il 2,5% della totalità della nostra esistenza.La nostra specie ha cioè speso il 97,5% del proprio tempo tra caverne, foreste e praterie. C’è allora da stupirsi se, nelle nostre abitudini e nei nostri comportamenti, siamo ancora oggi condizionati dalla nostra vicenda preistorica? Io direi proprio di no. Non ne siamo consapevoli, ma in molte situazioni e per molte abitudini, noi riproduciamo inconsciamente l’esperienza degli uomini e delle donne delle caverne, quando caccia e raccolta rappresentavano le due principali risorse per il sostentamento della specie.
Definiamo un modello di riferimento e verifichiamo come la vita quotidiana di oggi si accorda ad esso. Indentifichiamo due profili: il profilo uomo, individuo dedito principalmente alla caccia e portato a compiere lunghe escursioni per poi tornare alla propria caverna, e l’individuo donna, presidiatrice delle dimore e dedita a piccole esplorazioni nel territorio circostante. Prima di ogni polemica voglio precisare che questo modello non è sessista, non vuole stabilire chi è più importante tra uomo e donna, ma solo che nell’organizzazione sociale si sono specializzati in differenti mansioni. Se quindi l’uomo è andato a caccia per circa 195.000 anni e la donna ha presidiato le dimore per altrettanto tempo è assolutamente normale che gli uomini e le donne di oggi si comportino ancora come cacciatori e presidiatrici. Non è possibile? Invece ecco almeno quattro situazioni in cui siamo ancora condizionati dalla nostra lunga esperienza nella preistoria. L’esempio più eclatante sono i calzini nell’armadio. Uomo:”Dov’è quel paio di calzini grigi comprati ieri?” Donna: “Nel primo cassetto dell’armadio”. Uomo: “Non ci sono”. Donna: “Aspetta, vengo a controllare” e, come per magia, Donna trova quel paio di calzini grigi proprio in quel cassetto da tempo aperto sotto gli occhi di Uomo. Come è possibile che lui non li abbia visti? Al cacciatore serve inquadrare visivamente un piccolo punto ad elevata distanza, ad una presidiatrice serve invece avere sotto controllo visivo un’ampia zona di spazio. E’ stato infatti verificato che l’occhio di un uomo è conformato per identificare dettagli a lunga distanza, la cosiddetta vista a tunnel, mentre l’occhio della donna è strutturato per controllare contemporaneamente molti dettagli a lei vicini su un ampio angolo (vista panoramica). L’uomo per vedere un dettaglio deve dirigere i propri occhi proprio in quel punto, altrimenti lo perde, la donna invece controlla i dettagli circostanti senza la necessità di guardare direttamente in quel punto. Gli occhi del cacciatore-uomo sono strutturalmente differenti dagli occhi della presidiatrice-donna; sono altamente specializzati per supportare al meglio la specifica mansione in accordo al modello! Per questo motivo un uomo che guarda di sottecchi il decoltè di una signora viene immancabilmente scoperto: ha dovuto girare tutto il volto e dirigere lo sguardo in quella direzione; non ha fisicamente alcuna altra alternativa. La donna invece può osservare i dettagli senza creare sospetti. Niente litigate allora se lui non trova i calzini: è un cacciatore evoluto troppo in fretta e non è in grado di controllare i dettagli in spazi ristretti e ravvicinati.
Consideriamo ora la capacità media di orientamento in accordo al modello. Statisticamente parlando per un uomo è abbastanza automatico, dato un paio di punti di riferimento, trovare la direzione per arrivare in una zona di una grande città o nel punto di ritrovo nella scampagnata tra i monti. Statisticamente per la donna questo è un compito assai meno intuitivo. Non voglio citare episodi clamorosi e simpatici che tutti probabilmente abbiamo sperimentato, ma per il cacciatore era parte integrante del proproi ruolo ritrovare la via della propria dimora. Dopo giorni passati ad inseguire animali, magari in territori sconosciuti, non poteva vanificare la fatica solo perchè non ritrovava la via di casa. Allora, come avendo una bussola interiore il cacciatore riesce ad arrivare al luogo ricercato. La presidiatrice invece non si allontanava mai molto dalla propria dimora, che ritrovava sempre attraverso persorsi e punti di riferimento fissi. Ampi territori sconosciuti per lui, e zona limitata e controllata per lei. Anche in questo campo la preistoria ci condiziona.
Riflettiamo invece sul concetto del cameratismo, quel sottile senso di complicità/aiuto reciproco che si riscontra solo tra gli uomini. E’ preso in considerazione in varie situazioni prettamente maschili (servizio militare, squadre sportive, comitive numerose) ma non si invoca o riscontra quasi mai tra le donne. Gli uomini hanno un’innata facilità ad aggregarsi in comitive numerose, le donne prediligono rapporti ristretti tra un esiguo e fisso numero di amiche. Ma è chiaro: la comitiva di caccia era fuori per giorni, molto numerosa per meglio combattere le grosse belve ed affiatata alla condivisione di tutto: il cacciatore era costretto ad aggregarsi. La presidiatrice invece aveva tutti gli svantaggi nell’aggregarsi in grossi gruppi: conveniva custodire in pochi il segreto di un rigoglioso cespuglio di bacche o di un generoso albero da frutto; nelle sue esplorazioni aveva la necessità di non essere seguita piuttosto che di condividere le proprie conoscenze in gruppi numerosi.
Ma il contesto più stravolgente dove ancora oggi applichiamo la nostra esperienza preistorica è lo shopping! Sì, il differente rapporto con cui gli uomini e le donne di oggi affrontano la procedura di acquisto sono la cartina al tornasole della nostra condizione di specie evoluta troppo in fretta ma ancora oggi fisicamente ed etologicamente ancorata all’esperienza preistorica. L’uomo che acquista è un cacciatore. Entra in un negozio, punta l’oggetto ricercato, lo prende, lo acquista ed esce. Il cacciatore ha catturato la propria preda. La donna entra in un negozio, a volte anche senza puntare uno specifico oggetto, inizia a perlustrare tutti gli scaffali, adocchia un prodotto, ne va a scoprire un altro, ritorna su uno scaffale, sceglie poi un oggetto da un’altra zona del negozio e, prima di avviarsi a pagare, vira sulla zona in fondo dove ancora non era passata. E’ una presidiatrice, ha dovuto esplorare e catalogare tutta le zone del piccolo territorio del negozio prima di poterlo abbandonare sicura di averlo controllato tutto; poi è pronta per passare a controllare il negozio vicino. Ecco l’inconciliabilità dello shopping: la differente specializzazione tra gli individui uomo e donna della specie Homo Sapiens Sapiens, esercitate per oltre 190.000 sono la causa dei sabato pomeriggi di tensione vissuti dalle coppie moderne impegnate in estenuanti discussioni nei centri commerciali.
Nessun dramma allora se su alcune situazioni Uomo e Donna sono su due differenti registri di comportamento: il nostro inconscio e il nostro corpo sono ancora oggi quelli di una presidiatrice e di un cacciatore.