Articolo pubblicato sulla rivista mensile "Il Cittadino" Maggio 2013
Evidente e drammatica la voragine che si è creata nel tetto della torretta nel lato nord della Rocca Abbaziale di Subiaco. Il crollo è avvenuto in corrispondenza dell’ala che ospita l’ambiente più intimo e prezioso dell’antico maniero: lo studiolo del Vescovo Marcantonio Colonna, una piccola stanza quadrata con il soffitto a cassettoni che ospita meravigliosi affreschi della seconda metà del ‘500, tra i quali una delle poche illustrazioni dei giardini all’italiana lungo le sponde del fiume Aniene, anticamente noti come gli Orti dei Colonna.
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Ma in realtà la notizia non sta nel crollo: la vera notizia è il silenzio assordante seguito a questa tragedia architettonica, artistica e storica. Silenzio assoluto! Non un atto, non una azione, non un movimento, non una petizione per richiamare l’attenzione su questo dramma: Subiaco è rimasta muta a questo crollo.
E’ oramai lontanissimo il clima di mobilitazione generale dimostrato dai sublacensi negli anni ottanta. In quel periodo la Rocca Abbaziale beneficiava di un importante intervento di restauro che la rimise a nuovo. Ma il progetto prevedeva una colorazione rossiccia della facciata. Quando i sublacensi iniziarono a vedere la Rocca colorata di rosso si mobilitarono in massa - forse uno dei pochi momenti di coesione della comunità –; il progetto fu modificato e la Rocca assunse un colore in armonia con il contesto circostante. Fu un successo che gratificò tutti.
Ora invece in città, dopo questo crollo avvenuto in febbraio, solo bocche chiuse. La voragine è lì in bella vista e non si è neanche provveduto a coprire il tetto rotto, come farebbe qualsiasi persona di buon senso nella propria abitazione; ad ogni pioggia i danni allo studiolo Colonna vanno quindi ad aggravarsi. Putroppo non sono solo quelli i problemi strutturali della Rocca. Anche il tetto principale evidenzia problematiche importantissime. Le parti sottotetto della facciata sono dilavate su tutti i lati e, nelle murature, muschi e vegetazioni stanno avendo il sopravvento sugli intonaci. Personalmente notai già circa un anno fa che le infiltrazioni d’acqua piovana erano arrivate fino al primo piano, dove gli intonaci nella Stanza degli Stemmi si erano notevolmente gonfiati.
Cosa cosa si sta aspettando? Crolli ancora maggiori? Possibile che non ci accorgiamo che la Rocca Abbaziale è un edificio gravemente malato? Quanti altri crolli dobbiamo ancora attendere? Invece sembra il Titanic, si balla e si canta mentre inesorabilmente affonda.
No, ora non è piu la stagione della Rocca Aperta, della Rocca Centro Visite, della Rocca Museo, della Rocca Acquistata, della Rocca Centro Culturale, della Rocca Teatro, della Rocca Parco Giochi, della Rocca Università, della Rocca dei Borgia. Ora è il momento della ROCCA-DA-SALVARE. Urgentemente, coraggiosamente e definitivamente. Prima dell’irreparabile. Prima che il dramma diventi tragedia.
Dov’è la Sovrintendenza? Dov’è il Genio Civile? Dov’è la Regione? Dov’è il Ministero dei Beni Culturali? Visto che la comunità sublacense è inesorabilmente muta di fronte a questo problema, solo un ente sovraccomunale potrà evitare a Subiaco un’altra perdita dolorosissima: la fine della sua millenaria Rocca.
Immagini gentilmente concesse da Mirko Cellanetti